A COPPARO LA ROTATORIA VITTIME DEL COVID

Ad ogni intersezione della grande rotonda in via Primicello, all’ingresso di Copparo, il cartello “Rotatoria Vittime della Pandemia Covid” rende omaggio a quanti hanno perduto la vita a causa del Coronavirus.
Nella mattinata di sabato 18 marzo, in occasione della terza Giornata nazionale in ricordo delle vittime del Covid, si è tenuta la cerimonia di intitolazione. Vi hanno partecipato il sindaco Fabrizio Pagnoni, con l’assessore Bruna Cirelli e il presidente del Consiglio comunale Alessandro Amà, il comandante della Compagnia Carabinieri di Copparo maggiore Manuel Scacchi, con il comandante di Stazione luogotenente Giuseppe Zurlo, il comandante della Polizia Locale Terre e Fiumi Gianni Gardellini, il direttore del Distretto Centro Nord Marco Sandri, Venerio Rovetti e gli operatori di Gecim, un folto gruppo di volontari di Protezione Civile e Croce Rossa Italiana e una nutrita rappresentanza del mondo associativo copparese.
Un momento particolarmente toccante iniziato con la deposizione di una corona e la benedizione di don Daniele Panzeri. «Dobbiamo tornare indietro con la mente alla situazione di tre anni or sono, quando eravamo chiusi, isolati nelle nostre case per il lockdown, impediti ad incontrare anche i nostri affetti: penso ai nostri anziani e ai nostri ammalati – ha affermato il primo cittadino -. È indelebile in tutti noi il ricordo del convoglio di salme arrivate da Bergamo e la consapevolezza che quelle persone erano morte senza il saluto e il conforto di nessuno, che sarebbe stata la nostra comunità ad accompagnarle nell’ultimo tratto. Ed è sempre forte la vicinanza alle tante famiglie che sono state colpite dai lutti: 68 nel nostro territorio. Non possiamo e non vogliamo dimenticare tutte le vittime e il monito che quella esperienza ci ha lasciato: le difficoltà si possono superare soltanto insieme».
«Nel dolore abbiamo avuto la conferma di un importante messaggio di unità – ha confermato Sandri -. Sono doverosi la memoria delle vittime e il ringraziamento a tutti quelli che si sono prodigati, in un gioco di squadra, per affrontare una dura battaglia contro un nemico sconosciuto. Teniamo comunque la guardia sempre alta».
La corona è stata poi portata al Giardino della cremazione di Gecim, dove giunsero per tre volte, la prima il 21 marzo, i convogli delle bare provenienti dalla Lombardia.

 

Ultimo aggiornamento

18/03/2023