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CERIMONIA, BORSA DI STUDIO E DOCUFILM PER ARMANDO SEPE
Il 17 gennaio prossimo saranno trascorsi 52 anni da quella fredda giornata in cui il Brigadiere Armando Sepe perse la vita nel tentativo di arrestare un uomo che aveva assassinato il figlio e voleva fare lo stesso con la moglie. La commemorazione del coraggioso carabiniere e del suo gesto di altruismo e senso del dovere si terrà venerdì nel cuore di Copparo, comunità che, in oltre mezzo secolo da quei fatti, mai ha dimenticato il coraggio e la generosità del militare in forze al Nucleo Radiomobile.
Il ritrovo è fissato alle 9.30 nella chiesa parrocchiale dei Santi Pietro e Paolo, dove celebrerà la messa don Giuseppe Grigolon, cappellano militare della Legione Carabinieri “Emilia Romagna”. Successivamente si terrà la deposizione della corona d’alloro alla Fontana Monumentale di piazza della Libertà quindi, alle 11.30, all’Istituto Comprensivo verranno consegnate le borse di studio istituite dall’Associazione Nazionale Carabinieri di Copparo, con il patrocinio del Comune. Saranno tre gli studenti premiati per gli elaborati preparati dalle classi seconde della scuola secondaria di primo grado sul tema “In memoria del brigadiere Armando Sepe… rifletti sulla figura dell’eroe nella vita di tutti i giorni”.
Parteciperanno alle iniziative di commemorazione i familiari del carabiniere insignito della Medaglia d’Argento al Valor Civile alla memoria; in particolare il figlio Giuseppe Sepe, che sta terminando il cortometraggio dedicato al padre; progetto condotto in collaborazione con il Rotary Club di Copparo e sostenuto dall’Amministrazione comunale.
Il cortometraggio alterna testimonianze e scene di fiction, ripercorrendo la vicenda dell’uomo e del carabiniere, nativo di Carinaro, che dalla provincia di Caserta prese servizio a Copparo dai primi anni ’70. Quel tragico 17 gennaio 1973, dopo l’omicidio del figlio e il tentato omicidio della moglie, un uomo si diede alla fuga, ma prima di scappare dalla villetta dove si era consumato il delitto, aprì le valvole del gas, che si diffuse in tutta l’abitazione. Il vicebrigadiere fece allontanare a distanza di sicurezza tutto il personale operativo e le altre persone sul posto e si avvicinò da solo alla casa, nel timore che l’assassino potesse ancora trovarsi all’interno e fosse pronto a reagire con le armi al tentativo di arresto. La detonazione che ne seguì, dovuta al campanello elettrico, fu violentissima: Sepe rimase sepolto dalle macerie e i frammenti scagliati dall’esplosione ferirono altre persone, che riferirono di essersi salvate proprio grazie a quell’azione del militare. La Medaglia d’Argento al Valor Civile alla memoria venne concessa il 29 maggio 1973 con la seguente motivazione: “Consapevole di dover affrontare un pericoloso criminale, che si era rifugiato nella propria abitazione, dopo aver ucciso un proprio congiunto ed averne feriti altri due, con esemplare coraggio e generoso altruismo, faceva arrestare a prudente distanza il dipendente che lo accompagnava proseguendo da solo. Nell’azionare il campanello elettrico della porta, provocava l’esplosione del gas, di cui il folle aveva saturato l’immobile, venendo travolto dalle macerie. Esempio altissimo di attaccamento al dovere e di assoluto sprezzo del pericolo. Il 17 gennaio 1973 in Copparo (Ferrara)”.
