Cenni storici
Le Carceri Mandamentali del Comune di Copparo, luogo di dolore un tempo, sorgono nel cuore della città, a ridosso del Palazzo Municipale, della piazza e dei più importanti servizi cittadini. Edificate nei primi anni del secolo scorso, ospitarono autorevoli esponenti della storia locale ferrarese, tra i quali Alda Costa, figura di rilievo dell’azione partigiana, in memoria della quale, fu in seguito intitolato l’edificio.
L’assoluto valore culturale e politico di Alda Costa risaltò nei primi mesi del 1914, fondando insieme ad altri un nuovo organo politico-sindacale, “La Bandiera socialista”. Con l’avvento del fascismo ella diventò non soltanto l’esponente socialista più importante e rappresentativo della città estense ma soprattutto una tenace avversaria del regime. Subì diversi provvedimenti punitivi, tra cui l’esilio e la sospensione dall’insegnamento. Nella notte fra il 14 e il 15 Novembre del 1943, in seguito all’uccisione del federale repubblichino Igino Ghisellini, fu nuovamente arrestata e reclusa, prima nelle carceri ferraresi di San Paolo, ora sede del Museo Nazionale dell’Ebraismo italiano e della Shoah, poi in quelle copparesi. Dopo pochi mesi, a causa del peggioramento delle sue condizioni di salute già precarie, fu condotta al locale ospedale mandamentale, ove morì di leucemia linfatica il 30 Aprile 1944. Giorgio Bassani, nelle sue rappresentazioni letterarie, rievoca alcune vicende della coraggiosa maestra. Il funerale di Alda Costa si tenne il primo di maggio, all’alba, in gran segreto. Per ordine della prefettura nessuno doveva partecipare, per evitare “turbamento dell’ordine pubblico”. Le finestre vennero fatte tenere chiuse e il paese fu presidiato da un gran numero di poliziotti. Solo al direttore delle carceri e al parroco fu concesso di accompagnare il carro funebre fino al cimitero. A lei sono intitolate la Scuola elementare Alda Costa di Ferrara e l’omonima Direzione Didattica di Vigarano Mainarda. Il 16 novembre del 2006 le sue spoglie sono state traslate nel Sacello dei Cadu per la Libertà alla Certosa di Ferrara.
L’impianto, nonostante le opere di ristrutturazione, è giunto ai nostri giorni nel suo insieme intatto ed è costituito da una palazzina a pianta rettangolare suddivisa in due parti. Sul fronte vi era sede, in origine, l’appartamento delle gendarmerie e distribuito su due piani con scala indipendente. Sul retro, accessibile solo dal grande cancello in ferro, vi erano le celle di diverse dimensioni, avente una classica struttura a ballatoio in
legno e in muratura su due piani. L’intera palazzina è circondata da uno stretto giardino, delimitato a sua volta da un muro perimetrale alto tre metri, utilizzato dai detenuti per i pochi momenti all’aria aperta.
Dopo la guerra l’edificio venne riconvertito, le carceri furono trasferite e la palazzina utilizzata come sede di numerose associazioni di volontariato locale fino alla fine degli anni ’90 quando, a causa del degrado che aggrediva la struttura, vennero utilizzate a magazzino per il deposito di materiali.
Soltanto durante i primi anni del 2000 l’intero complesso fu oggetto di un programma di restauro a o a trasformare l’ex Carcere Mandamentale in Pinacoteca Comunale dedicata alla memoria di Alda Costa. Di tale progetto fu avviato soltanto il primo stralcio che portò alla realizzazione di una sala espositiva all’interno del giardino posto sul fianco destro del fabbricato.
Nel 2007, accantonata l’idea di trasformazione in museo da parte dell’Amministrazione Comunale, l’immobile viene conferito alla società Patrimonio Copparo s.r.l., società del Comune di Copparo, per l’insediamento delle proprie attività, a seguito del recupero dell’intera palazzina, che nel frattempo aveva sofferto l’aggravarsi dei problemi di infiltrazione in copertura e di deterioramento delle strutture murarie e lignee. Il progetto di riqualificazione venne a dato all’Arch. Mauro Crepaldi.